Over The Hedge

“Appena varcata la soglia del giardino, capimmo subito che non ci si trovava dinnanzi alla solita accozzaglia di piante e cespugli disposti a caso senza un disegno preciso, ma ad un vero e proprio capolavoro…..”.

Oltre la siepe (Over The Hedge), vuole essere un piccolo ma significativo contributo, all’introduzione del concetto che oltrepassando l’ingresso di un grande parco o di un piccolo giardino, ci si immerge necessariamente in un mondo nuovo, un piccolo universo intimo ed atavico allo stesso tempo, non solo fatto di colori, profumi, suoni in continuo mutamento, ma anche da una miriade di infinite emozioni e sensazioni trasmesse, da chi quel piccolo angolo di pianeta vive ed abita ogni giorno.

Del resto, l’esigenza da parte dell’uomo di “addomesticare” la natura per il proprio compiacimento e benessere personale, ha radici profonde e molto antiche: I giardini pensili babilonesi, i Boschi Sacri dei templi egizi, i cortili interni delle ville private romane, l’Hortus Conclusus dei monasteri medievali, i grandi parchi delle regge barocche ed i Giardini Zen dei templi orientali, non sono altro che alcuni tra i tanti ma significativi esempi ereditati dalla storia.

L’arduo obbiettivo quindi, che ogni paesaggista deve prefissarsi, dovrà obbligatoriamente focalizzarsi su come trasformare quella, che inizialmente sembrerebbe essere una pura e semplice esigenza abitativa complementare all’abitazione, in un vero e proprio capolavoro in continuo divenire.

Un piccolo universo, dicevamo, in cui chi vi abita, possa realmente riconoscersi e ritrovare tutte quelle piccole e grandi emozioni consce ed inconsce, che lo contraddistinguono e che rendono quel luogo, unico ed inimitabile.